
La fonderia oggi e domani: sostenibile, circolare, sociale.
Venerdì 5 luglio siamo stati all’assemblea Assofond intitolata “La fonderia oggi e domani: sostenibile, circolare, sociale” che si è tenuta c/o il centro clienti SAME alla sede centrale SDF di Treviglio (Bergamo).
Si rivela sempre più sostanziale per noi capire e approfondire le situazioni delicate che si avvicendano nel mercato di nostra competenza e, per questo, talvolta investiamo del tempo per analizzare bilanci situazionali di organi competenti.
Molto interessanti le opinioni che abbiamo avuto modo di conoscere in questa occasione:
1. «Sarà un 2019 che probabilmente si chiuderà in difesa».
Da un giudizio crudo ma improntato al realismo dell’andamento congiunturale il presidente di Assofond Roberto Ariotti nel corso dell’assemblea generale dell’associazione che raggruppa le fonderie italiane. Un realismo, che soprattutto dopo i confronti con i partner internazionali avuti nella settimana passata al Gifa di Düsseldorf, pare mostrare all’orizzonte nuvole minacciose.
2. «La fonderia italiana si conferma un’eccellenza nel panorama della meccanica mondiale – spiega Ariotti – i momenti di condizioni favorevoli che abbiamo affrontato negli ultimi anni hanno permesso al nostro settore di rinnovarsi, sia sul fronte della qualità che della efficienza e sostenibilità. Da qualche mese però, qualcosa si è inceppato. Lavoriamo in una situazione congiunturale sfavorevole: ci sono i dazi di Trump, c’è la guerra commerciale con la Cina, c’è la Brexit. Potremmo quindi essere alla vigilia di una tempesta perfetta».
Una frase che ben inquadra quanto potrebbe mettere a rischio un settore che oggi conta 1000 aziende, 2,3 milioni tonnellate di getti e che colloca il comparto italiano al 2° posto in Europa ed al 9° nel mondo. Il fatturato complessivo 2018 è stato di 6,8 miliardi di euro.
«Questi numeri però potrebbero cambiare. Sono altresì convito che nostre aziende abbiano la forza per resistere a questa tempesta ma serve un maggior supporto al settore».
Ariotti ha ribadito inoltre che la fonderia italiana rappresenta la spina dorsale non solo della meccanica italiana ma anche di alcuni settori dell’auto tedesca impiegando ben 30mila addetti. Anche il presidente di Assofond non ha fatto mancare quindi qualche stoccata ai rappresentanti del Governo che ancora una volta hanno disertato un’assemblea di un’associazione imprenditoriale.
3. l’opinione diffusa è che «In Italia ci c’è un governo che fa solo propaganda, che pensa ai minibot, che guarda con scetticismo all’Europa. Invece noi abbiamo bisogno di più Europa: abbiamo bisogno che non vengano imposte nuove tasse sui fattori produttivi come lavoro e energia. Abbiamo bisogno di protezione dal dumping sociale ed ecologico, abbiamo bisogno che si potenzino gli istituti tecnici e le forme di collaborazione tra scuole ed impresa, abbiamo bisogno che si completi la transizione all’economia circolare e che si facciano passi avanti sui decreti end of waste».
Uno dei temi centrali dell’assemblea e del futuro delle fonderie italiane è la sostenibilità, affrontato trasversalmente non solo dal presidente Ariotti ma da tutti i relatori che si sono alternati sul palco del centro clienti del produttore di macchine agricole SAME di Treviglio che ha ospitato l’assemblea.
Andrea Beretta Zanoni, professore ordinario all’Università degli Studi di Verona, Roberto Cavallo, divulgatore ambientale RAI e Carlo Galimberti, professore ordinario all’Università Cattolica di Milano, hanno affrontato il tema della sostenibilità dal punto di vista economico, comunicativo e industriale.
Assofond, festeggiando il primo compleanno del proprio report di sostenibilità, ha ribadito una volta di più come il settore sia particolarmente sostenibile grazie al ruolo centrale del riciclo delle proprie materie prime.