
Le stime di Carl Benedikt Frey & Michael Osborne, nello studio Technology at work, the future of innovation and employment, prevedono l’automatizzazione di circa il 47% delle professioni negli Usa nei decenni a venire, con conseguenti perdite di posti di lavoro. Più ottimisti sono gli studi Ocse, che prevedono la perdita solo dell’8-10% di posti di lavoro a causa dell’ascesa della tecnologia e dell’automatizzazione, mentre sette lavoratori su dieci dovranno cambiare il loro modo di lavorare. In ogni caso, maggiormente premiati saranno i lavoratori altamente specializzati, o comunque in possesso di buone competenze tecnologico-digitali, a differenza dei lavoratori a bassa qualifica, che troveranno occupazioni temporanee e instabili.
Un’interessante articolo del Fatto Quotidiano del 20 settembre scorso rifletteva sul lavoro e la robotica da cui abbiamo estratto il pezzo sopra.
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